Il Teatro alla Scala presenta fino a Martedì 30 Aprile 2024, la nuova mostra “Fantasmagoria Callas”, a cura di Francesco Stocchi con allestimento di Margherita Palli e dedicata al soprano Maria Callas (New York, 2 Dicembre 1923 - Parigi, 16 Settembre 1977) presso il Museo Teatrale alla Scala, nell’ambito del palinsesto CALLAS 100.
In occasione del centesimo anniversario dalla nascita, il Teatro alla Scala omaggia Maria Callas con un’esposizione concepita per celebrarne il mito, evocando l’impronta indelebile che ha lasciato nell’immaginario collettivo. L’eredità del soprano, che ha saputo coniugare canto e recitazione in una miscela unica che l’ha consegnata alla storia quale icona senza tempo, è protagonista di una mostra che restituisce il ritratto di un’artista completa, profondamente legata alla storia del Teatro alla Scala che l’ha vista interprete di 23 titoli d’opera in 28 spettacoli dal 1950 al 1961, tra cui 6 inaugurazioni di stagione.La mostra costruisce un itinerario articolato in cinque tappe dove ciascun capitolo è affidato a una diversa espressione artistica. Attraverso l’interpretazione dello stilista Giorgio Armani, del musicista e compositore Alvin Curran, degli artisti contemporanei Latifa Echakhch e Francesco Vezzoli e del registra Mario Martone, la figura di Maria Callas emerge da una narrazione corale e multidisciplinare, pensata appositamente per l’occasione.
Il titolo dell’esposizione si riferisce alla forma teatrale della “fantasmagoria”, che tradizionalmente mette in campo illusioni sceniche per ricreare effetti fantasmatici e visioni soprannaturali, per restituire l’impressione delle molteplici tracce, influenze e testimonianze che Maria Callas ha saputo ispirare nel corso del tempo.
Spiega
Francesco
Stocchi,
curatore della mostra: “Questi
ritratti rappresentati nel Museo Teatrale alla Scala coltivano la
vivida bellezza, la potenza e l’emozione di Maria Callas nei panni
della “divina”. L’intensità sul palcoscenico e l’impegno
nella sua arte hanno fatto sì che il soprano greco si guadagnasse la
reputazione di incrollabile perfezionista. La vera erede della Callas
è la Callas stessa. Il suo temperamento, il suo carisma e la sua
voce intrisi di eternità, hanno delineato i tratti della diva del XX
secolo”.
Il
percorso espositivo si immerge quindi nella partitura a cinque voci
pensata per l’occasione e inaugurata dall’intervento del
musicista
e compositore
Alvin
Curran.
Focalizzando la propria attenzione sulla voce di Maria Callas quale
elemento fondante della sua figura, Curran costruisce un’inedita
composizione musicale tratta dalla vasta raccolta di registrazioni e
concepita per restituire le stratificazioni del timbro che è sempre
stato la cifra stilistica del soprano.
Si prosegue con
l’installazione dell’artista
Latifa
Echakhch,
che approfondisce l’aspetto della presenza scenica di Maria Callas.
Oltre un sipario di perle bianche e rosse, al visitatore si rivela la
sagoma fantasmatica del soprano, restituita come una visione di
bellezza e fragilità oltre una cortina che evoca gli elementi della
lacrima e del sangue.
Il terzo capitolo della mostra è raccontato
dal regista
Mario
Martone,
che si concentra sull’incontro tra Maria Callas e Ingeborg
Bachmann, avvenuto a Milano nel 1956 in occasione di una prova de La
Traviata.
La rappresentazione filmica, interpretata da Sonia Bergamasco,
racconta l’impatto che l’incontro ha avuto sulla scrittrice e
poetessa austriaca e realizza un ritratto profondamente umano della
figura del soprano, raccontato non come diva da idolatrare ma come
personalità profonda e singolare.
Segue l’interpretazione
dell’artista
Francesco
Vezzoli,
che presenta un’installazione dove il volto di Maria Callas,
stampato a laser su tela, si ripete per sessantatré volte. Ogni
fotogramma è arricchito da un ricamo metallico azzurro che richiama
l’idea del make-up, costruendo una riflessione sul volto di scena
del soprano e sulla relazione intima che costruiva con i personaggi
che era chiamata a interpretare.
Il percorso di mostra si chiude
con l’interpretazione dello stilista
Giorgio Armani,
che declina in forma visiva la voce di Maria Callas. Nato per la
collezione Giorgio
Armani Privé
del 2021, l’abito da sera rosso magenta presentato in mostra
coniuga tessuto e corpo in una rappresentazione di intensità e
grazia.
Per maggiori informazioni: www.teatroallascala.org