A ripercorrere i momenti più significativi sono stati Ferruccio De Bortoli, Stefano Domenicali, Paolo Mieli, Renzo Piano, Ferruccio Resta e Annamaria Testa, a fianco del Vice Presidente Esecutivo e Ceo, Marco Tronchetti Provera, e di Alberto Pirelli, testimone del legame fra la famiglia e l’azienda. L’evento è stato condotto da Ilaria D’Amico, che ha raccontato un percorso che attraversa tre secoli vissuti da Pirelli nel segno di ciò che la distingue maggiormente: la dimensione internazionale, le fabbriche, il rapporto con la cultura e con gli artisti, la creatività nella comunicazione, la presenza nello sport e nel motorsport, la costante ricerca di innovazione e l’avanguardia tecnologica.
“Oggi abbiamo voluto percorrere insieme un viaggio nella storia guardando al futuro. Anticipare il cambiamento è quello che Pirelli fa da 150 anni grazie alla solidità della sua cultura di impresa e al suo saper essere sempre protagonista del presente. Elementi che oggi ci consentono di arrivare a questo traguardo con un brand affermato in tutto il mondo. Ci è sembrato importante condividere questo racconto con la nostra città, il nostro Paese e con tutte le realtà e le comunità internazionali con le quali quotidianamente ci confrontiamo. Un grazie a tutte le 30mila persone che ogni giorno in Pirelli costruiscono la nostra storia”, ha affermato Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo & CEO di Pirelli.
Il Logo creato per i 150 Anni, svelato lo scorso Novembre in occasione del lancio del Calendario Pirelli 2022 di Bryan Adams, è stato protagonista nei giorni scorsi al Rally di Montecarlo, dove ha decorato la livrea della vettura che ha compiuto il giro inaugurale del circuito, sulle piste e sui pettorali della Coppa del Mondo di sci a Cortina e a San Siro nella partita Inter-Venezia. E nell’arco dell’anno continuerà a essere celebrato nelle sponsorizzazioni Pirelli.
L’evento
del Piccolo è stato anticipato anche da un countdown internazionale
che ha preso il via il 24 Gennaio da Rio De Janeiro ed è proseguito
nei giorni successivi con la proiezione del Logo e degli auguri sui
180 metri della CITI Tower a Shanghai e con un’animazione
tridimensionale sulla Nasdaq Tower di Times Square a New York, e su
palazzo Venezia che si affaccia tra Via dei Mercanti e Piazza
Cordusio a Milano. Il video mostra un pneumatico tridimensionale che
corre lungo una discesa e si ferma prima di fuoriuscire dallo
schermo, rappresentando perfettamente il payoff di Pirelli “Power
is nothing without control”. il video si chiude con il logo e
gli auguri per i 150 anni.
La Storia
Sul palco del Piccolo
Teatro, immersi in una scenografia composta da cinque grandi schermi,
quattro attori hanno raccontato Pirelli partendo dalla sua storia.
Immagini, video, foto del passato e del presente si sono alternati
alle voci degli attori, che hanno ripercorso le tappe dell’azienda
insieme a Ferruccio De Bortoli, Paolo Mieli, Alberto Pirelli e Marco
Tronchetti Provera. Un dialogo incentrato sulle figure di Leopoldo
Pirelli e di suo padre Alberto, anche attraverso il ricordo del
nipote, e sul ruolo dell’azienda nella modernizzazione e
industrializzazione del Paese. Sui suoi successi, ma anche sulle
inevitabili difficoltà incontrate sulla sua strada.
Un percorso, quello di Pirelli, che prende il via il 28 gennaio 1872 da Giovanni Battista Pirelli, che a soli 23 Anni scommette su qualcosa di assolutamente nuovo: la gomma. All’inizio l’azienda produce isolanti per telegrafi e cavi che connettono i punti più lontani di un’Italia appena nata. Cresce rapidamente in tutto il Mondo e realizza oggetti d’uso quotidiano (dalle cuffie ai giocattoli fino agli impermeabili) e coperture per carri e bici in risposta alle prime forme della nuova mobilità. Fin dalla nascita concentrata sull’innovazione, la società punta su prodotti che diventano simboli anche dello sviluppo del Paese. Così come uno dei simboli di Milano diventa il Pirellone, il moderno grattacielo che negli anni ’60 ospita l’azienda prima del trasferimento del suo Headquarters in Bicocca, oggi un vero e proprio campus aziendale. Anche per Pirelli, però, non mancano gli ostacoli: le mancate fusioni, negli anni ’90, con Dunlop e Continental e il progetto di integrare reti e contenuti nelle telecomunicazioni, perseguito all’inizio degli anni Duemila con Telecom Italia e naufragato per ingerenze esterne. Crisi sempre superate ripartendo dal core business che porta l’azienda a focalizzarsi sui pneumatici.
L’internazionalità
Internazionale,
Pirelli, lo è da sempre. Ed è proprio su questo aspetto che è
proseguito il racconto. Nata a Milano, si è trasformata rapidamente
in una multinazionale, al punto da essere considerata inglese nel
Regno Unito, brasiliana in Brasile, americana negli Stati Uniti...
Una vocazione che si trova già nei viaggi del suo fondatore prima e
dei suoi figli, Alberto e Piero, poi. L’identità è quella di una
multinazionale con solide radici in Italia, relazioni industriali
d’avanguardia, cura per il welfare e per la formazione. Sono
proprio questi alcuni dei temi affrontati con Ferruccio De Bortoli,
Marco Tronchetti Provera e Paolo Mieli.
Le
fabbriche
Il
viaggio sul palco del Piccolo Teatro è proseguito esplorando la
grande tradizione industriale dell’azienda. Attraverso le sue
fabbriche, Pirelli ha messo le radici in tanti Paesi, oggi 12 nel
mondo, costruendo stabilimenti luminosi, sicuri e sostenibili. Luoghi
più accoglienti con persone che lavorano con passione e un’industria
4.0 fatta di simulatori, intelligenza artificiale e robot come il
MIRS inventato dalla stessa Pirelli. Insomma, oggi 18 fabbriche belle
ed efficienti che trovano il loro paradigma in quella di Settimo
Torinese, progettata e realizzata dall’architetto Renzo Piano che
sul palco del Piccolo ha spiegato come coniugare funzionalità e
bellezza, competitività e sostenibilità.
La
cultura, la comunicazione e l’immagine
In questo percorso
Pirelli non ha mai smesso di dialogare con artisti e intellettuali
per mantenere uno sguardo sulla società, sulle sue evoluzioni e
sulla trasformazione dei costumi. Lo ha fatto e lo fa attraverso
linguaggi e strumenti innovativi: la Rivista Pirelli, il Calendario,
Pirelli HangarBicocca, le pubblicazioni e le mostre della Fondazione
Pirelli, i prodotti di Pirelli Design, il magazine World, i volumi
dei suoi bilanci integrati con i contributi di artisti e scrittori.
L’elenco che proviene dal palco del Piccolo Teatro è ricco e vede
il suo inizio proprio con l’iconico logo Pirelli, nato a New York
ai primi dei ‘900, con quella P che si allunga come se fosse di
gomma. Un’azienda che sperimenta nuovi linguaggi, fa gomme e
intervista Umberto Eco. Parla con scrittori, filosofi, poeti: oggi da
Carrère a Kureishi, ieri da Elio Vittorini a Eugenio Montale e
Salvatore Quasimodo. Ospita Luchino Visconti e John Cage e mette i
tacchi a spillo a Carl Lewis, accompagnato dall’indimenticabile
payoff “Power is nothing without control”. Innovazione nel
comunicare l’impresa, capacità di rinnovarsi conservando la
memoria e dialogo fra industria e arte contemporanea, sport,
fotografia e musica.
Su
questi temi si sono soffermati Annamaria Testa, Ferruccio De Bortoli,
Paolo Mieli e Marco Tronchetti Provera per raccontare mondi diversi
con l’idea di fondo che fare impresa con passione significa anche
fare cultura.
Il Motorsport e la passione per lo sport
E la
passione per eccellenza, quella che fa battere il cuore dei
Pirelliani, sono i motori. Un’area dove la tecnologia è
fondamentale, come spiega Alberto Pirelli, appassionato di rally,
sport in cui l’azienda è protagonista fin dagli anni ’70. Oggi
Pirelli è presente in oltre 350 competizioni motorsport.
Memorabile resta la Pechino-Parigi del 1907, quando il principe
Scipione Borghese, a bordo di una Itala gommata Pirelli, affronta
17mila chilometri vincendo con 20 giorni di anticipo sul secondo
equipaggio. Un grande successo che trasforma la mobilità in
innovazione e spettacolo. E le competizioni in un laboratorio a cielo
aperto. Nel GT, nel rally, nella superbike e in Formula 1. Del
rapporto con il massimo campionato motoristico si parla sul palco con
Stefano Domenicali, che oggi guida la Formula 1 alla vigilia di un
cambiamento importante: l’introduzione dei pneumatici da 18
pollici in una competizione dove, tra le bandiere italiane, svetta
anche quella di Pirelli. Sport per Pirelli però non è solo motori,
ma anche calcio, ciclismo, sport invernali e vela, con Luna Rossa.
L’innovazione,
la ricerca e il prodotto
Dal racconto emerge come l’azienda si
muova sempre con uno sguardo al futuro. “Guardare dentro per
capire”, per trovare nuove soluzioni, come diceva l’ingegner
Emanueli, che in Pirelli ha firmato tanti dei 6.700 brevetti
depositati in 150 anni. Una lezione, quella di Emanueli, che oggi
viene interpretata dalle oltre 2mila persone che lavorano nella
Ricerca & Sviluppo, settore fondamentale per l’azienda.
Fondamentali sono anche le sue collaborazioni (oltre 50) con le
principali università nel mondo, come testimonia Ferruccio Resta,
che dialoga con Ilaria d’Amico anche sul rapporto di reciproco
stimolo che lega Pirelli e il Politecnico di Milano. Oggi gli “eredi
di Emanueli” sono impegnati a gestire l’accelerazione
dell’innovazione, come la transizione all’auto elettrica, dove
Pirelli è già presente con Elect, un pacchetto di soluzioni
tecnologiche ad hoc per sostenere pesi, accelerazioni e consumi
diversi rispetto alle auto tradizionali. Ma anche nuovi prodotti
connessi come il Cyber Tyre, i cui sensori forniscono informazioni
immediate al guidatore. Una continua innovazione, su strada ma non
solo. Perché le tecnologie si evolvono e la virtualizzazione
accelera i tempi della ricerca e della produzione. I pneumatici
nascono e si sviluppano nel mondo digitale con la creazione di alter
ego virtuali necessari per progettare e realizzare prodotti sicuri,
performanti e più sostenibili grazie a materiali sempre più
rinnovabili. Al centro, da sempre, resta la gomma naturale con cui
Pirelli ha prodotto anche il primo pneumatico al mondo certificato
FSC (Forest Stewardship Council), a testimonianza di una catena di
fornitura 100% sostenibile. Una tutela forte per l’ambiente come
accade, ad esempio, con la partecipazione al progetto Birdlife per
conservare le biodiversità in Indonesia. Grazie al suo impegno tra
dimensione sociale, ambientale ed economica, Pirelli è ai vertici
dei più importanti indici di sostenibilità.
Una nuova campagna pubblicitaria da oggi trasmessa in prima serata sulle principali emittenti televisive e lanciata su stampa, digital e social media celebra i 150 Anni di Pirelli e reinterpreta in chiave attuale lo storico payoff “Power is nothing without control” invitando a riflettere, con un racconto visionario e metaforico, su due concetti complementari e contrapposti. Grazie alla tecnologia e ai social le persone hanno tantissimo potere, ma in un attimo questo può sfuggire di mano trasformandosi in caos. Più che mai occorre essere consapevoli che la potenza ha bisogno di controllo, nella vita e non solo in strada. Girato a Barcellona, con la regia dei Manson - team di registi messicani formato da Gerardo del Hierro, Pau López e Tomás Peña - la produzione di Utopia e la direzione creativa di M&C Saatchi, lo spot è pianificato attraverso i canali digitali anche a livello internazionale.
Per
Maggiori Informazioni: www.pirelli.com/150anni