La fotografia d’autore diventa molto spesso lo specchio della società. La fotografia può assomigliare a uno strumento di perfetta misurazione come: un sismografo che sa registrare le paure, le contraddizioni, i desideri e i segreti che troviamo racchiusi in ognuno di noi.
Una volta che viene superata la divisione in generi specialistici, la fotografia si divide tra il bisogno di performance e la necessità di narrazione. La prima porta verso lo spettacolo e lo stesso intrattenimento, inseguendo le logiche dell’arte contemporanea. La seconda va a ricalcare il senso e il significato della Storia e ci accompagna a vivere un’avventura di cui, non sempre, se ne sconosce il destino.
Tra le due strade ecco uno spiraglio, che viene occupato dalla produzione, coraggiosa e coerente di Malena Mazza. Un fare creativo sganciato che va a riflettersi sui luoghi comuni e che mette in primissimo piano un agire privato, domestico, intimo, come può esserlo, solo un elegantissimo album di famiglia.
Quelle di Malena Mazza sono delle immagini mentali. la scena viene sempre ricostruita. Voluta. Cercata. Addomesticata. E al centro di quel palcoscenico c’è sempre una donna. Una donna provocante e allo stesso tempo consapevole del proprio corpo, che sembra mettere da parte il peso della memoria. Una donna che sa intrecciare storie profonde e comunque facili da ricordare.
Lo sguardo di Malena va ad appoggiarsi al filo sottile della trama di un film, ma la citazione resta sotto traccia. Ciò che ne emerge è un sentimento di cambiamento. Il senso, può essere dato dalla centralità del punto di vista. Dalla morbidezza delle forme dei volti, dalle sfumature e dalle continue dissolvenze interiori. Una donna che sfugge, impossibile da definire il contesto.
Malena sembra muoversi in queste fotografie. Si specchia e ci organizza pezzi di vita. Non è interessata alla verosimiglianza e dentro ogni scatto viene ricostruito lo sviluppo armonico del suo pensiero: doppio, parallelo, energico e coinvolgente.
Le immagini appaiono e scompaiono di continuo, nella loro magnifica marginalità, esistono e si fanno autoritratto.
Per maggiori informazioni: www.malenamazza.com